"C'è un grande desiderio di sicurezza" - intervista con Serge Fehr e Nanette Hechler Fayd'herbe

"C'è un grande desiderio di sicurezza" - intervista con Serge Fehr e Nanette Hechler Fayd'herbe

Signora Hechler-Fayd’herbe, signor Fehr, qual è la situazione della piazza bancaria svizzera? Alla luce dei recenti avvenimenti, si impone un cambiamento radicale del modello svizzero?

Fehr: No, non sono necessari cambiamenti radicali. La piazza finanziaria svizzera è imbattibile nel confronto internazionale in termini di conoscenze finanziarie, reputazione, solidità dei modelli operativi e capacità di adattamento. Inoltre, è ampiamente diversificata. Che si tratti di clienti privati, investitori istituzionali o aziende SMI, in Svizzera tutti ricevono offerte in linea con le proprie esigenze. Questo aspetto non va sottovalutato.


Ciononostante, quasi esattamente un anno fa, crollò il prestigioso istituto svizzero Credit Suisse e Banca Julius Baer si impegna a erogare prestiti ad alto rischio. Dovrebbe pur esserci una qualche conseguenza?

Fehr: Alcune banche si sono allontanate troppo dalle loro radici, ovvero dal core business della gestione patrimoniale. È importante ascoltare i clienti e non imporre loro come investire. Quest’ultimo approccio sarebbe sbagliato. Bisogna invece ascoltare, analizzare, fare i compiti e alla fine proporre soluzioni di investimento su misura, condivise dai clienti. Naturalmente, ciò richiede tempo. Lombard Odier, in quanto pure player, ha le capacità per farlo. Ci concentriamo su poche offerte, ma le implementiamo alla perfezione. Essere un’azienda di proprietà di azionisti indipendenti è sicuramente un vantaggio. I loro interessi coincidono appieno con quelli dei nostri clienti.

La piazza finanziaria svizzera è imbattibile nel confronto internazionale in termini di conoscenze finanziarie, reputazione, solidità dei modelli operativi e capacità di adattamento

Hechler-Fayd’herbe: Oggi i nostri clienti attribuiscono grande importanza alla solidità e alla stabilità della loro banca. Noi siamo in grado di offrirle. Inoltre chiedono anche sicurezza in un contesto macroeconomico volatile. In questo la Svizzera è un esempio a livello globale, grazie alla sua capacità di adattamento e alle soluzioni competenti che vengono proposte.


Tuttavia, una grande quantità di denaro finisce in Paesi come Dubai, Singapore e Hong Kong. A che punto è il private banking svizzero rispetto a questi hub emergenti?

Fehr: Questa è una tendenza che accogliamo addirittura positivamente, perché ci fa uscire dalla nostra zona di comfort e ci obbliga a ripensare costantemente il nostro modello operativo. Pertanto, non vedo questo trend come una minaccia.

Hechler-Fayd’herbe: Al contrario, traiamo vantaggio anche dalle altre sedi e partecipiamo alla crescita, perché siamo presenti in Medio Oriente. Tra l’altro, l’andamento storico dei flussi finanziari globali evidenzia sempre movimenti in una direzione o nell’altra. Si tratta di movimenti ondulatori che non dovrebbero essere sopravvalutati.


Dove e in quali segmenti registrate esattamente una crescita?

Hechler-Fayd’herbe: Da un punto di vista globale la crescita è trainata da aziende che, ad esempio, sviluppano nuove tecnologie e di conseguenza creano ricchezza. Tali aziende possono trovarsi ovunque sotto il profilo geografico. Fintantoché l’innovazione crea ricchezza, indipendentemente dalla forma o dalla regione, per noi è positivo.

Oggi i nostri clienti attribuiscono grande importanza alla solidità e alla stabilità della loro banca. Noi siamo in grado di offrirle

E in Svizzera? Quali opportunità offre il mercato interno e qual è il volume potenziale del mercato svizzero per una banca privata?

Fehr: Il potenziale maggiore lo riscontriamo nella Svizzera tedesca, dove abbiamo clienti per i quali la stabilità è fondamentale. A loro non fa piacere quando i media pubblicano notizie negative sulla propria banca.


Cosa distingue la Svizzera tedesca da altre regioni, come Ginevra?

Fehr: Sebbene i clienti deleghino i loro investimenti, vogliono assolutamente capire in che modo investiamo e da dove proviene il rendimento. Questo atteggiamento è più diffuso nella Svizzera tedesca che altrove. Inoltre, qui i nostri clienti sono sempre più preoccupati del loro pensionamento e delle conseguenze che ne derivano. In questo ambito vedo un grande potenziale di crescita per noi.


Come spiega questa esigenza?

Fehr: A Zurigo vi è un’alta concentrazione di imprenditori e dirigenti. Queste due categorie si preoccupano di quel che accade dopo loro vita lavorativa, ma non hanno il tempo di occuparsene in anticipo. La maggior parte delle persone affronta la questione solo quando è quasi troppo tardi.


Quanto è grande attualmente il vostro team in Svizzera e quali piani avete a Zurigo?

Fehr: Abbiamo istituito un team con una succursale a Zugo e ci siamo consolidati a Zurigo. Oggi Lombard Odier impiega oltre 2000 persone in Svizzera. I nostri soci considerano Zurigo una sede molto importante e siamo presenti in città da oltre 35 anni. Il CIO ha un grande team e tutti i servizi della banca sono offerti da Zurigo. Siamo qui per restare.

Oggi Lombard Odier impiega oltre 2000 persone in Svizzera. I nostri soci considerano Zurigo una sede molto importante e siamo presenti in città da oltre 35 anni. Siamo qui per restare

Per Lombard Odier il 2024 sarà un anno di transizione, come annunciato dal partner Hubert Keller. Quale sarà il vostro ruolo?

Hechler-Fayd’herbe: Per quanto riguarda il CIO, vogliamo assumere un ruolo di leadership di pensiero. I nostri clienti hanno sempre maggiori conoscenze in ambito finanziario e devono sapere che i loro portafogli si fondano su un processo di analisi molto ben ponderato. Ci pongono domande sempre più tecniche e noi diamo loro le risposte.

Fehr: A Zurigo vogliamo rafforzare e cambiare la percezione di Lombard Odier e di ciò che ci identifica. Per questo ho avuto diversi colloqui con il team. Molti potenziali clienti pensano ancora che una banca privata si occupi solo di miliardari e clienti con patrimoni ingenti. Ma serviamo un’ampia gamma di clienti facoltosi, ai quali possiamo offrire soluzioni interessanti. Questo percorso è ormai definito.


Com’è articolato esattamente?

Fehr: L’obiettivo è il trasferimento del patrimonio alla generazione successiva. Alcuni anni fa non se ne parlava affatto, perché talvolta devono essere condotti colloqui che coinvolgono profondamente la sfera emotiva. Ad esempio, il nostro sondaggio tra i clienti ha dimostrato che l’80% di essi è disposto ad affrontare il tema del trasferimento dei propri beni. Ed è qui che emergono opportunità per noi.


Entrambi venite da Credit Suisse: in che cosa si differenzia questo approccio da quello del suo precedente datore di lavoro?

Hechler-Fayd’herbe: L’approccio di una banca privata differisce soprattutto su un punto. Una banca privata mette grande impegno nel comprendere i propri clienti ed elaborare soluzioni su misura. Le grandi banche universali non sempre ci riescono, perché non sono concepite per questo. Poi vanno ovviamente considerati i rapporti di proprietà in Lombard Odier. Il desiderio di sicurezza è molto forte tra i partner e viene esplicitato tramite il modello operativo che adottiamo. Questo è esattamente ciò che cercano anche i nostri clienti. Non siamo generalisti. Nella Svizzera tedesca non ci sono molti gestori patrimoniali organizzati in questo modo.

Fehr: Ci differenziamo dalle banche universali anche nella strategia di lungo periodo. La prospettiva a lungo termine è il nostro più grande asset e non dobbiamo sottovalutarlo. I processi decisionali possono richiedere un po’ più di tempo, ma una volta che la strategia sia stata definita e i nostri partner la sostengono appieno, siamo in grado di affrontare adeguatamente anche la volatilità dei mercati. Ciò a cui non sono più interessato sono le soluzioni standardizzate. Questo approccio non lo abbiamo mai adottato in Lombard Odier e non ne abbiamo neanche bisogno.


Quali sono le vostre aspettative rispetto ai mercati per il 2024?

Hechler-Fayd’herbe: Le banche centrali devono fare un grande sforzo, perché l’inflazione sta diventando sempre più imprevedibile. C’è un trend di massima, ma poi subentrano scostamenti, anche perché i mercati sono in grado di anticipare molti andamenti futuri. Questo per noi significa meno rischio, più liquidità ed esposizione al reddito fisso nell’asset allocation.


Con quale velocità una banca privata come Lombard Odier può adattarsi ai mutevoli umori dei mercati?

Hechler-Fayd’herbe: Siamo in grado di reagire abbastanza rapidamente. L’anno scorso, ad esempio, quando il regime dei tassi di interesse e di crescita è cambiato, abbiamo adeguato la nostra asset allocation e implementato le modifiche in breve tempo. In pratica, ciò ha determinato una maggiore esposizione al mercato azionario statunitense. Questo ci ha permesso di trarre profitti dal settore tecnologico statunitense, con effetti positivi immediati in portafoglio a vantaggio dei clienti.


Fa pressione sul team di Serge Fehr quando modifica l’asset allocation in considerazione delle condizioni di mercato?

Hechler-Fayd’herbe: Le occasioni per discutere non mancano mai.

Fehr: La nostra nuova asset allocation include classi di attivi liquide e illiquide, tra cui prevalentemente asset privati in cui investiamo da molto tempo. Inoltre, i clienti svizzeri annunciano di voler aumentare le loro quote di asset privati nei prossimi cinque-dieci anni. Pertanto, qui dobbiamo posizionarci strategicamente sul lungo periodo, ma ciò è in linea con la visione del nostro CIO. Tuttavia, la costruzione di esposizioni ad asset privati richiede tempo.

Un altro settore nel quale Lombard Odier si impegna è la sostenibilità. Recentemente, la performance di questo segmento non è stata convincente. Cosa pensate di fare?

Fehr: Per Lombard Odier gli investimenti sostenibili sono una forte convinzione, anche nella prospettiva delle future generazioni. Perdere questo focus sarebbe un grosso errore. Potrebbe volerci un po’ più di quanto si prevedesse, ma manteniamo la nostra posizione e abbiamo partner che sostengono pienamente questo approccio.

Per Lombard Odier gli investimenti sostenibili sono una forte convinzione, anche nella prospettiva delle future generazioni

Perché ci vuole così tanto tempo prima che la sostenibilità dia i suoi frutti?

Fehr: È importante identificare le aziende giuste che traggono vantaggio dall’attuale trasformazione dell’economia. È difficile prevedere esattamente la tempistica, ma è chiaro che è già in atto. Inoltre, in questo momento pesano anche gli sviluppi geopolitici. 

Hechler-Fayd’herbe: Va anche detto che le generazioni future Y e Z hanno esigenze diverse rispetto alle generazioni precedenti. Le nuove generazioni apprendono già a scuola il significato della sostenibilità. Questi sono i nostri futuri clienti e avranno priorità e criteri diversi da quelli dei baby boomer. Vogliono vedere risultati, ma non sempre a tutti i costi.

Fehr: Le nuove generazioni hanno le loro convinzioni e come banca privata bisogna tenerne conto.

Hechler-Fayd’herbe: Oltre a questo atteggiamento individuale, a fare la differenza sono anche i responsabili politici. L’UE è già nota per le sue normative e gli incentivi a favore delle imprese a operare in modo più sostenibile. A questo proposito, anche la Cina sta diventando più interessante. Il grande pubblico ne è a malapena consapevole, ma la Cina è molto all’avanguardia in settori come l’elettrificazione, il rimboschimento e le obbligazioni verdi. Sempre più i responsabili politici di tutto il mondo premiano il comportamento sostenibile, ciascuno con una velocità e una portata leggermente differenti, ma sono sempre di più. Assistiamo inoltre alla trasformazione di molti settori, dove i disgregatori stanno modificando intere industrie. È nostra intenzione posizionarci tenendo conto di queste trasformazioni di sistema. Tra l’altro, i nostri clienti lo capiscono molto bene, visto che sono anch’essi imprenditori.


Quali sono i vostri obiettivi per i prossimi cinque anni?

Fehr: La piazza finanziaria svizzera è abbastanza grande per qualsiasi modello operativo. Il nostro è proprio quello di un pure player nel private banking. Lombard Odier dovrebbe diventare la banca d’elezione in Svizzera, soprattutto nell’area germanofona.


Come si raggiunge questo obiettivo? Magari potete fornire alcune cifre?

Fehr: La nostra missione è far crescere il patrimonio dei clienti. A tal fine occorre creare fiducia e questo non accade da un giorno all’altro. Bisogna avere pazienza, capire i clienti, assisterli e alla fine fornire prestazioni sempre buone e misurabili. Dobbiamo aumentare il loro livello di soddisfazione. Questa è la cifra che conta per me. Se ci riusciamo, tutto il resto seguirà.

La nostra missione è far crescere il patrimonio dei clienti. A tal fine occorre creare fiducia. Bisogna avere pazienza, capire i clienti, assisterli e alla fine fornire prestazioni sempre buone e misurabili

Hechler-Fayd’herbe: Per quanto riguarda il CIO, vogliamo assumere un ruolo di leadership di pensiero nel settore degli investimenti ed essere riconosciuti e ammirati come banca di investimento sul mercato. Questo va anche a vantaggio della nostra clientela.

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Questo è un documento pubblicato da Banca Lombard Odier & Co SA (di seguito "Lombard Odier"). Esso non è destinato alla distribuzione, pubblicazione o uso in una giurisdizione in cui tale distribuzione, pubblicazione o uso sarebbe illegale, né si rivolge a persone o entità a cui sarebbe illegale sottoporre tale documento. Il presente documento non è pubblicato dal dipartimento di ricerca di Lombard Odier.

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