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Cinque motivi per cui investire nelle foreste è un imperativo climatico inderogabile

Mentre il mondo si sforza di realizzare un’economia dello zero netto e rispettosa della natura, le foreste si distinguono come uno dei pilastri fondamentali, spesso trascurati, del progresso sostenibile. Il manto forestale copre quasi il 31% della superficie terrestre e genera enormi benefici in termini ambientali, sociali ed economici. È facile dimenticare quanto le foreste siano profondamente radicate nella nostra vita quotidiana e nella nostra economia: la carta del vostro taccuino, il legno presente nelle vostre case e l’acqua pulita che beviamo sono tutti riconducibili ad ecosistemi forestali sani. Le foreste regolano le precipitazioni atmosferiche, filtrano l’acqua e stabilizzano il suolo, fornendo servizi essenziali a sostegno dell’agricoltura, delle infrastrutture urbane e persino dell’aria che respiriamo. A livello planetario, assorbono fino a un terzo delle emissioni globali annue di CO₂ e ospitano più dei quattro quinti della biodiversità terrestre.
Essenziali per la resilienza economica e il benessere dell’uomo, le foreste tutelano ad esempio la sicurezza alimentare e idrica, oltre ad attenuare gli eventi climatici estremi. Tuttavia, devono far fronte a minacce crescenti. Ad esempio, l’Amazzonia è sempre più sotto pressione in quanto la deforestazione e il riscaldamento globale rischiano di condurre a un punto di svolta oltre il quale i danni saranno irreversibili. Uno studio pubblicato nel 2025 ha ulteriormente evidenziato questa tendenza in altre regioni, rivelando che dal 2016 le foreste temperate e boreali dell’emisfero settentrionale non sono più pozzi di assorbimento del carbonio, ma fonti di CO2, e mettendo in risalto un più ampio disequilibrio nel bilancio globale del carbonio delle foreste.1
La continua deforestazione sta accelerando questo cambiamento, indebolendo la capacità delle foreste di fungere da pozzi di assorbimento di carbonio e accentuando i rischi climatici. A partire dal 2000, sono andati perduti circa 517 milioni di ettari di manto forestale, che rappresentano oltre il 13% della copertura boschiva di quell’anno. Secondo il Global Forest Watch, solo nel 2024 la perdita di manto boschivo globale è stata complessivamente di quasi 30 milioni di ettari, confermando la tendenza al crescente depauperamento degli ultimi anni.2 L’espansione dei terreni agricoli è il fattore principale che spiega quasi il 90% della deforestazione globale.3
Con l’intensificarsi della crisi climatica e il ritardo accumulato rispetto agli Obiettivi di sviluppo sostenibile, le foreste rappresentano il baluardo degli sforzi globali tesi ad assicurare un futuro di resilienza climatica. Sebbene la COP26 di Glasgow si sia impegnata a investire 19,2 miliardi di dollari per arrestare e invertire il processo di deforestazione entro il 2030, gli annunci non hanno avuto alcun seguito fino alla COP28 degli Emirati Arabi Uniti, quando sono stati rilanciati i finanziamenti a favore delle foreste assumendo nuovi impegni e dando vita a nuove collaborazioni.4 Oggi, gli occhi sono puntati sul Brasile – padrone di casa della COP30 – che ospita quasi il 60% delle foreste pluviali tropicali del pianeta e che si prepara a sostenere lo sviluppo e il finanziamento di una bioeconomia circolare basata sul ripristino, sulla tutela e sull’utilizzo sostenibile del capitale naturale. Questa economia si avvale di soluzioni basate sulla natura e di tecnologie avanzate per la produzione di materiali di origine biologica destinati a trasformare le catene del valore che attualmente dipendono da risorse non rinnovabili, di origine fossile, contribuendo in tal modo al conseguimento dell’obiettivo dello zero netto e di un mondo rispettoso degli habitat naturali.
È arrivato il momento di aumentare gli investimenti, non solo per arrestare la perdita di copertura forestale e ripristinare gli ecosistemi degradati, ma anche per liberare tutto il potenziale di una bioeconomia circolare. Le ragioni impellenti per farlo sono cinque:
- le foreste sono pozzi naturali di assorbimento del carbonio;
- le foreste tutelano la biodiversità e il benessere dell’uomo;
- non c’è più tempo;
- le motivazioni economiche sono più solide che mai;
- i finanziamenti a favore delle foreste sono sottovalutati.
1. Le foreste sono pozzi naturali di assorbimento del carbonio
Ogni anno, le foreste assorbono all’incirca un terzo delle emissioni globali di CO₂, diventando quindi per il pianeta il pozzo naturale di assorbimento del carbonio più importante e più efficace in termini di costo. Sequestrano fino a 7,6 miliardi di tonnellate di CO₂ l’anno, che equivalgono all’incirca al doppio delle emissioni annue totali dell’Unione europea.5 Tuttavia, questo servizio vitale sta venendo rapidamente meno. Secondo il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) la deforestazione e il degrado del suolo sono responsabili di una quantità di emissioni di CO₂ superiore a quella dell’intero settore del trasporto globale.6
Gli ecosistemi forestali ospitano circa l’80% della biodiversità terrestre, dalle piante ai batteri, la cui sopravvivenza è interconnessa.7 Secondo uno studio scientifico, negli ultimi 50 anni la fauna selvatica globale si è ridotta in media del 73%, poiché l’uomo continua a spingere gli ecosistemi sull’orlo del collasso.8 La deforestazione sta provocando enormi perdite a livello di biodiversità, con oltre un quarto delle specie note del pianeta a rischio di estinzione. Secondo l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura e delle Risorse Naturali (IUCN) si tratta di oltre 45’000 specie.9
Promuovere la tutela delle foreste e i progetti di rimboschimento può imprigionare miliardi di tonnellate di carbonio, guadagnando tempo prezioso per la transizione verso l’energia pulita. Un rapporto dell’UNEP10 sottolinea che arrestare la deforestazione, ripristinare i terreni degradati e gestire gli ecosistemi globali in modo migliore potrebbe, entro il 2050, ridurre le emissioni di 10-18 Gt di CO₂ l’anno, una quantità che, con le emissioni globali di CO₂ stimate a 40 Gt l’anno, rappresenta almeno il 25% delle riduzioni necessarie per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C.
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2. Le foreste tutelano la biodiversità e il benessere dell’uomo
Le nostre foreste, custodi della maggior parte della biodiversità terrestre del pianeta, ospitano milioni di specie vegetali e animali, funghi e microbi, che assicurano l’equilibrio economico mondiale. Questa biodiversità è alla base di servizi ecosistemici critici che sono fondamentali per la produzione alimentare globale, la resilienza delle filiere e l’erogazione di acqua pulita. Quando godono di buona salute, le foreste filtrano l’acqua, eliminano gli elementi inquinanti e impediscono ai sedimenti di raggiungere i corsi d’acqua. Si stima che il 75% dell’acqua dolce disponibile per uso umano provenga dalle foreste e che oltre un terzo delle città del mondo dipenda da zone forestali per l’approvvigionamento di acqua potabile.
Le foreste svolgono un ruolo critico per la salute e la prosperità dell’uomo. Offrono cibo e riparo a 1,6 miliardi di persone, compresi più di 300 milioni di popolazioni indigene e comunità locali (IPLC). Numerosi studi hanno dimostrato che le foreste ubicate nei territori delle IPLC sono gestite meglio di quelle che popolano altre zone.11 In Amazzonia, le foreste che fanno parte dei territori indigeni hanno un tasso di deforestazione che è pari solo a un quinto di quello rilevato altrove. Inoltre, assorbono e immagazzinano maggiori quantità di carbonio e sono gestite in modo più efficace in termini di costo rispetto a quelle amministrate dal governo centrale.12 Di conseguenza, queste comunità sono considerate sempre più indispensabili per la conservazione delle foreste globali, in quanto offrono servizi ecosistemici che creano benefici che vanno ben al di là dei propri confini.
Le foreste fanno anche da barriera ai disastri naturali, riducendo il rischio di inondazioni, frane e siccità. Il loro ruolo è cruciale in un processo di adattamento climatico. Oggi, ad esempio, le foreste di mangrovie riducono di 60 miliardi di dollari i danni da inondazione che ogni anno ci si aspetta dai cicloni tropicali e proteggono 14 milioni di persone. Anche la scienza medica dipende dalle foreste: il 25% dei prodotti farmaceutici moderni deriva da piante delle foreste pluviali.13
Riconoscere le foreste come infrastrutture naturali e finanziarle in quanto tali è di enorme importanza se si vogliono tutelare il benessere dell’uomo e la stabilità economica globale nel lungo termine.
3. Non c’è più tempo
Il pianeta sta per raggiungere punti di svolta critici sotto il profilo ecologico e le foreste sono uno dei sistemi più vulnerabili. In modo allarmante, alcune zone dell’Amazzonia sudorientale, soprattutto in Brasile, sono già diventate fonti nette di carbonio, che rilasciano una quantità di CO₂ superiore a quella che assorbono.14 Uno studio pubblicato su Nature mostra che dal 10% al 47% delle foreste amazzoniche potrebbe essere esposto a perturbazioni a cascata, come siccità, incendi e deforestazione, che potrebbero portare a un collasso del sistema.15
Si tratta di un’emergenza reale: nell’arco della nostra vita, il continuo degrado potrebbe portare a cambiamenti irreversibili delle precipitazioni, perdita di biodiversità ed emissioni di carbonio. Con l’approssimarsi della COP30 in Amazzonia, la comunità globale dovrà prendere una decisione fondamentale: investire nella tutela e nel ripristino delle foreste oggi o affrontare conseguenze irreversibili domani.
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4. Le motivazioni economiche sono più solide che mai
Le motivazioni finanziarie dell’investimento nelle foreste non sono mai state più convincenti. Le foreste offrono agli investitori un duplice vantaggio: mitigano il rischio climatico e generano rendimenti finanziari sostenibili a lungo termine. Nell’economia globale, le foreste sono un patrimonio naturale non sfruttato che apre a una grande opportunità economica. Secondo il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (PNUS), oltre il 50% dell’economia globale, che vale circa 44’000 miliardi l’anno, dipende fortemente o in misura moderata da servizi ecosistemici quali il sequestro di carbonio, la regolazione del ciclo dell’acqua dolce e l’impollinazione.16 Sebbene tale valore si riferisca a un’ampia gamma di ecosistemi, esso evidenzia il ruolo fondamentale che la natura, foreste comprese, svolge a sostegno dell’economia globale.
Secondo le stime del World Economic Forum, investire direttamente in modelli di business rispettosi della natura, ad esempio nel ripristino degli ecosistemi, nell’agricoltura rigenerativa, nella gestione sostenibile delle foreste e nelle catene di fornitura trasparenti e sostenibili, può generare un giro di affari fino a 3’500 miliardi di dollari l’anno entro il 2030. Investire più in generale in soluzioni della bioeconomia circolare per trasformare altri settori, compresi quelli delle infrastrutture, dell’energia e dell’estrazione mineraria, richiederà lo sviluppo di nuovi processi e prodotti a base biologica, ad esempio le fibre naturali, quelle sintetiche di origine bio e i prodotti in legno per l’edilizia, e rappresenterà un’opportunità persino maggiore che, al 2030, varrà altri 6’500 miliardi di dollari.17
Le soluzioni basate sulle foreste sono diventate un’opportunità di investimento strategico e rigenerativo che può produrre rendimenti finanziari a lungo termine, creare posti di lavoro e difendere le economie rurali sostenibili.
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5. I finanziamenti a favore delle foreste sono sottovalutati
Le foreste sono tra gli asset naturali più preziosi del mondo, vitali per il sequestro del carbonio, la regolazione del ciclo dell’acqua, la biodiversità e la sussistenza delle popolazioni. Tuttavia, paradossalmente, secondo la Climate Policy Initiative ricevono solo il 3% dei finanziamenti globali per il clima.18 Questa asimmetria rappresenta uno dei divari che deve essere colmato urgentemente nel panorama degli investimenti climatici.
Il finanziamento delle foreste offre opportunità rare:
- genera valore nel lungo termine;
- protegge dal rischio climatico sistemico;
- contribuisce in misura significativa al conseguimento degli obiettivi di sostenibilità globale, rispetto della natura ed emissioni zero.
Il primo passo, quello più importante per liberare appieno il valore delle foreste, consiste nello sviluppare una bioeconomia circolare che trasformi le catene di fornitura in modo da privilegiare il ripristino, la tutela e l’uso sostenibile del capitale naturale. Ricusando i modelli basati sui combustibili fossili e sulle attività estrattive, questo approccio consente la creazione di catene del valore rigenerative, a basse emissioni di carbonio, che coniugano crescita economica e integrità ecologica.
Strumenti emergenti quali biodiversità ad alta integrità e crediti di carbonio, unitamente a meccanismi finanziari innovativi come il fondo per preservare le foreste tropicali (Tropical Forests Forever Facility, TFFF), offrono percorsi complementari per reperire capitali da destinare alla conservazione e al ripristino delle foreste, andando ben oltre la mitigazione climatica all’interno delle catene del valore. Il TFFF, che sarà lanciato in occasione della COP30 in Brasile, è un fondo multilaterale ancora in fase di sviluppo, che mira a mobilizzare 125 miliardi di dollari a supporto dei paesi che ospitano foreste tropicali. Concepito per remunerare le riduzioni misurabili dei tassi di deforestazione, il fondo dovrebbe fruttare ai paesi partecipanti rendimenti per 4 miliardi di dollari l’anno. Mirando ad allineare i flussi di capitale ai risultati ecologici, il TFFF potrebbe diventare un modello trasformativo per finanziare le soluzioni rispettose della natura su vasta scala.
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Considerazioni per gli investitori
La capacità di prosperare della nostra specie dipende dalla natura e dalle sue risorse: geologia, suolo, aria e acqua sono tutti elementi che convergono negli ecosistemi forestali. In Lombard Odier, siamo convinti che ripensare la sostenibilità imponga di ripensare come e dove investire. Le foreste non sono marginali in questa transizione, ma sono un pilastro su cui ricostruire un’economia dello zero netto nel rispetto della natura.
Essendo infrastrutture vitali per stabilizzare il clima nonché realizzare economie resilienti e comunità fiorenti, le foreste devono avere la possibilità di prosperare. La finestra per invertire i danni creati da decenni di degrado si sta chiudendo rapidamente. Oggi, le foreste continuano a essere sottovalutate e sottofinanziate. Perdendole, si mette a rischio molto di più della biodiversità. Immaginate un mondo senza oranghi, rinoceronti bianchi o lupi rossi. Sono solo tre delle molte specie a rischio. Gli investitori hanno la possibilità di cambiare questo stato di cose e di svolgere un ruolo centrale per modificare il sistema globale, portandolo verso un futuro rigenerativo e rispettoso della natura. In attesa della COP30 in Brasile, l’emergenza è chiara: il momento di riallineare i flussi finanziari con il capitale naturale è arrivato. Ed è ora.
1 Li, X., Ciais, P., Fensholt, R. et al. Large live biomass carbon losses from droughts in the northern temperate ecosystems during 2016-2022. Nat Commun 16, 4980 (2025). https://doi.org/10.1038/s41467-025-59999-2
2 https://gfr.wri.org/forest-extent-indicators/forest-los
3 https://unstats.un.org/sdgs/report/2024/extended-report/Extended-Report_Goal-15.pdf
4 COP26: World leaders promise to end deforestation by 2030 - BBC News)
5 www.unep.org/news-and-stories/story/rooting-sustainable-future-how-forest-resources-can-help-tackle-climate
6 https://www.unep.org/news-and-stories/story/how-halting-deforestation-can-help-counter-climate-crisis?utm
7 English (United Kingdom)_Brochure-sensibilisation-OK.indd (reforestaction.com)
8 www.worldwildlife.org/press-releases/catastrophic-73-decline-in-the-average-size-of-global-wildlife-populations-in-just-50-years-reveals-a-system-in-peril
9 https://iucn.org/
10 https://wedocs.unep.org/bitstream/handle/20.500.11822/35851/DF.pdf
11 Enhance Livelihoods of Forest Communities (worldbank.org)
12 Walker, et al 2019. “The role of forest conversion, degradation, and disturbance in the carbon dynamics of Amazon indigenous territories and protected areas.”
13 Tropical Rainforests Are Nature’s Medicine Cabinet (thoughtco.com)
14 Gatti, L. V., et al. (2021). Amazonia as a carbon source linked to deforestation and climate change. Nature, 595, 388–393. https://www.nature.com/articles/d41586-021-01871-6
15 https://amazonfrontlines.org/chronicles/the-tipping-point-is-the-amazon-rainforest-approaching-a-point-of-no-return
16 www.undp.org/blog/destruction-nature-threatens-world-economy-its-time-outlaw-it-serious-financial-crime
17 https://www3.weforum.org/docs/WEF_Finding_Pathways_Financing_Innovation_2023.pdf
18 Global maps of twenty-first century forest carbon fluxes | Nature Climate Change
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