Siamo in un vortice di cambiamenti. Secondo Michael Strobaek, Global CIO di Lombard Odier, Private Bank: “In sole tre o quattro settimane stiamo assistendo alla trasformazione dell’ordine mondiale che ci ha accompagnato negli ultimi 30 anni. L’ordine prestabilito in materia di sicurezza ed economia viene sgretolato e riscritto per intero quasi quotidianamente.”
Se, da un lato, le tensioni geopolitiche rappresentavano già un elemento chiave del nostro scenario di investimento attuale, la seconda amministrazione Trump ha aggiunto un nuovo livello di incertezza che “sta destabilizzando attività e investitori” afferma Michael Strobaek. “E il fatto che questo non piaccia a investitori, attività e mercati, è fonte di incertezza.”
Cosa è accaduto al “Trump” atteso dai mercati? Quali sono le implicazioni per Cina ed Europa? In che modo gli investitori dovrebbero impostare l’allocazione di portafoglio alla luce della crescente incertezza? Michael Strobaek ne analizza le ripercussioni.
Dall’interdipendenza alla dipendenza
Secondo il Gruppo della Banca Mondiale, negli ultimi tre decenni la globalizzazione e i flussi commerciali sempre più interconnessi hanno concorso alla fuoriuscita dall’estrema povertà di un miliardo di persone nei paesi in via di sviluppo.1 Al tempo stesso, i consumatori dei paesi sviluppati hanno beneficiato di ricche forniture di merci importate. Tutto questo ha comunque avuto un costo. Via via che le importazioni inondavano i mercati, molti paesi occidentali hanno assistito al crollo della propria capacità produttiva interna, dando luogo a una dipendenza dai fornitori oltreoceano.
In questo nuovo mondo frammentato, l’interdipendenza non è più motivo di efficienza, bensì diventa una vulnerabilità
Ora che le alleanze globali consolidate si stanno sgretolando, le economie occidentali stanno nuovamente riorganizzando le proprie catene di fornitura – un processo iniziato durante la pandemia. “Il nostro non è semplicemente un mondo multipolare, ma un mondo che sta sperimentando una precisa frammentazione tra blocchi principali e sfere di influenza – Stati Uniti, Europa, Russia e Cina – con un balletto di alleanze ed egemonie globali a rischio” spiega Michael Strobaek.
In questo nuovo mondo frammentato, l’interdipendenza non è più motivo di efficienza, bensì diventa una vulnerabilità. Le nazioni devono mettere al sicuro le proprie catene di fornitura – energia, difesa e tecnologia – per essere preparate a una prospettiva di lungo periodo.”
Dazi e Trump 2.0
Il recente annuncio del presidente Trump di voler ricorrere a una massiccia introduzione di dazi all’importazione, che colpiscono senza distinzione alleati politici e nemici, è in parte motivato dal desiderio di passare dall’interdipendenza all’indipendenza. È altresì un ulteriore stimolo per altre nazioni e altri blocchi a fare altrettanto.
“Trump 2.0 non è Trump 1.0”, prosegue Michael Strobaek. “Penso che siamo tutti stati colti di sorpresa dalla rapidità del cambiamento e dai toni della nuova amministrazione. A mio avviso, l’aspetto più problematico del nuovo governo di Washington sta nell’imprevedibilità con cui sono adottate e successivamente ritirate le politiche. È come se fossero prove ed errori.”
Leggi anche (in inglese): Trump delivers trade shock
“Gli investitori sono abituati a gestire i rischi, come inflazione e recessione, ma questa è vera e propria incertezza. Tutti noi abbiamo esordito nel nuovo anno affermando che il Trump 2.0 sarebbe stato all’insegna della crescita, delle attività economiche, dei mercati, dello spirito imprenditoriale, della deregolamentazione, degli sgravi fiscali ecc., ma adesso Trump ha perfino affermato di essere disposto ad accettare una recessione come conseguenza delle sue politiche”.
In sole tre o quattro settimane stiamo assistendo alla trasformazione dell’ordine mondiale che ci ha accompagnato negli ultimi 30 anni. L’ordine costituito in materia di sicurezza ed economia viene sgretolato e riscritto per intero quasi quotidianamente
L’impatto immediato dei dazi è semplice, spiega. Inizialmente i mercati azionari si mostrano incerti su come i dazi si ripercuoteranno sugli scambi e circa l’eventuale escalation della guerra commerciale. “L’incertezza è un rischio e il rischio comporta prezzi più bassi,” sostiene.
Ad ogni modo, continua, “l’impatto su obbligazioni e tassi di interesse è molto più complesso. La Federal Reserve non può abbassare ulteriormente i tassi di interesse in quanto i dazi hanno risvolti lievemente inflazionistici. D’altro canto, però, è probabile che i dazi frenino la futura crescita economica, creando la condizione per cui, di norma, la Fed interverrebbe per ridurre i tassi. Perciò si crea una situazione di stallo.”
Sfida aperta tra Cina e Stati Uniti
Quale effetto hanno i dazi e la cosiddetta “de-integrazione” sulla Cina, uno dei principali beneficiari di decenni di liberalizzazione del commercio globale?
“Il braccio di ferro tra Stati Uniti e Cina rappresenta il vero conflitto. Gli americani sanno che il confronto al quale dovranno prepararsi è quello con la Cina e stanno rimodulando la propria strategia di conseguenza”, continua Michael Strobaek.
Il vero programma in fatto di strategia, come ripetuto recentemente dal presidente Xi, è assicurarsi l’egemonia in campo tecnologico e nell’IA
“Negli ultimi 30 anni la Cina è assurta a grandezza in tal senso ed è pronta a sfidare gli Stati Uniti per la supremazia economica. La Cina vuole che il mondo ruoti attorno a Pechino e che tutti facciano affari, importazioni ed esportazioni con i cinesi. Non credo affatto che la Cina sia una minaccia in termini militari per gli Stati Uniti o l’Europa, ma vogliono che il loro paese sia considerato grande in termini economici.”
“Il vero programma in fatto di strategia, come ripetuto recentemente dal presidente Xi, è assicurarsi l’egemonia in campo tecnologico e nell’IA. Questo spaventa gli americani, in quanto il potenziale della Cina in questo ambito è enorme. Riguardo alla spesa militare, stanno intensificando gli investimenti nella tecnologia, ma soprattutto considerano l’IA uno stimolo importante per il comparto industriale e per la produttività. Agevolerà la robotica e un giorno potrebbe anche risolvere le questioni demografiche legate all’invecchiamento della popolazione.”
La “terapia d’urto” ridisegna lo scenario di investimento dell’Europa
Malgrado la minaccia derivante dalle tensioni geopolitiche e dai dazi statunitensi, Michael Strobaek ritiene che l’impatto a lungo termine sull’Europa potrebbe rivelarsi positivo, a condizione che il blocco reagisca a questo campanello d’allarme.
“Forse gli europei temevano il ritorno di Trump perché durante il primo mandato alla Casa Bianca non ha assunto un atteggiamento benevolo verso l’Europa. Ma adesso è evidente che l’amministrazione Trump vede l’UE come una rivale economica.”
“Per l’Europa è stato un brusco risveglio. In materia di sicurezza, inizia a capire di non poter contare sull’America come ha fatto finora, sia come baluardo nella guerra in Ucraina sia come difesa in senso lato. È inoltre consapevole che, se vuole uscire dalla palude economica del rallentamento della crescita, occorre maggiore serietà in fatto di investimenti.”
Leggi anche(in inglese): Europe’s tipping point: investing in strategic autonomy
“Penso che questo sia un bene. L’Europa è stata penalizzata dall’eccesso di regolamentazione, dalla burocrazia e dalla mancanza di leadership. Contrariamente agli Stati Uniti, le economie europee non sono riuscite a riprendersi appieno dalla pandemia Covid-19.”
“Oggi l’ordine sulla sicurezza in Europa è nuovo. Nuove sono anche le prospettive per gli investimenti in Europa. Questo può catalizzare gli investimenti nella regione, quindi la spesa in campo energetico, per la difesa e le infrastrutture – tutte cose positive per le attività economiche. Si tratta di una terapia d’urto che ridisegnerà il panorama europeo degli investimenti.”
Non dovremmo considerare questa spesa come un costo, ma come un investimento nella nostra sicurezza a lungo termine e nelle generazioni future
Investire nei momenti di incertezza
Noi di Lombard Odier crediamo che in momenti come questi, quando lo scenario degli investimenti sembra mutare a un ritmo frenetico, per gli investitori sia fondamentale concentrarsi non sul vortice di notizie, opinioni e previsioni, ma sui dati economici fondamentali, per fare un passo indietro e osservare con calma il quadro più ampio.
Se cambiare comporta dei rischi, crea anche nuove opportunità e gli investitori dovrebbero posizionarsi per entrambi gli scenari. “In un mondo in cui le principali nazioni stanno puntando alla sicurezza interna e all’interdipendenza delle catene di fornitura, ritengo che investire in tecnologia, difesa e infrastrutture sia un lato positivo per gli investitori. Ma noi dobbiamo essere consapevoli che la diversificazione è cruciale, è questa la prima cosa di cui ha oggi bisogno un investitore. Non potete mettere tutte le vostre uova in un unico cestino. Gli investitori devono continuare a essere flessibili e attenti; la volatilità sta tornando e questo creerà nuove opportunità.”
“Per quanto concerne i governi europei e gli investitori, sono del parere che dovremmo raccogliere la sfida di Trump. In fin dei conti, insieme siamo ricchi quanto gli Stati Uniti, se non di più. Abbiamo risparmi enormi che possiamo spendere per il nostro futuro. Non dovremmo considerare questa spesa come un costo, ma come un investimento nella nostra sicurezza a lungo termine e nelle generazioni future. Penso che non dovremmo essere spaventati dall’attuale contesto economico e di investimento in rapida evoluzione, ma reagire in modo compatto.”
condividi.